La cultura alla Spezia è frequente motivo di
discussione.
Ad esempio, ieri 13 gennaio un'occasione per dirne
l'ha fornita un'interrogazione del consigliere Guerri lamentando che all'ex
consulente del Teatro Civico è stato corrisposto un emolumento eccessivo per i
più o meno 3 mesi in cui è rimasto in carica: 12249,35 € contro i 15150
previsti quale indennità globale, oltre l'81%. Per di più, rincara Guerri, la
delibera è stata assunta il 16 dicembre dall'Istituzione per i Servizi
Culturali presieduta proprio dall'ex consulente, subito nominato dal Sindaco a
tale carica non appena dimissionato dal precedente incarico dal Tar: vicenda
troppo nota per ripeterla qua.
A stretto giro di posta risponde il neo Assessore
ai rapporti con l'Istituzione: il lavoro del consulente non è legato ad orari,
il cartellone predisposto ha riscosso successo, il consiglio che ha deliberato
la liquidazione del compenso ha soltanto formalizzato una decisione già assunta
dal dirigente.
Nel quadro della regolarità resta però lo spazio
per qualche considerazione.
Innanzitutto non si capisce perché, se il compenso
stabilito era per la stesura del cartellone, non sia stato saldato
integralmente dal momento che l'opera prevista è stata compiuta.
Secondariamente, le asserzione dell'Assessore sul
gradimento degli spettacoli proposti, mi sembra
contrastino con quanto pubblicato dalla stampa (Il Secolo XIX, 5
gennaio, pag. 12) in cui s'informa che la cultura spezzina è costata 2 milioni
di euro di cui quasi 720mila per il Civico. Ora, può essere che quella cifra si
riferisse ad altre gestioni; può anche essere che io abbia inteso male e di ciò
me ne scuso; però, la poca chiarezza legittima ogni considerazione.
Poi, nella stessa pagina del Secolo ancora Guerri
lamentava eccessivi prelievi dal fondo di riserva: una somma di «486.581,41
euro prevalentemente destinati all'Istituzione per i Servizi Culturali per non
meglio precisate “spese di gestione” e ai lavori pubblici». Che io sappia, non
c'è stata, alcuna precisazione in merito dell'Amministrazione. L'Assessore,
così solerte nel rispondere oggi, ieri l'altro era appena stato nominato e
certo non avrà fatto in tempo a documentarsi in tempo utile.
In conclusione, resta il fatto che la cultura alla
Spezia è un oggetto oscuro a cominciare dal suo nome: che cosa è, a che cosa
serve, chi la gestisce. Io avanzavo una soluzione esprimendola sulle colonne
del Secolo proprio tre anni fa, il 5 gennaio '11: ripristinare l'Assessorato
alla Cultura in modo anche che il cittadino fosse coinvolto nella gestione di
questa materia che essendo stata invece demandata ad un'Istituzione, era
sottratta al controllo democratico del voto.
Ora, invece, abbiamo solo un Assessore delegato a
curare i rapporti con l'Istituzione ai Servizi Culturali del Comune della
Spezia. Che la confusione che c'è nel settore dipenda anche da questo?
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