martedì 14 gennaio 2014

QUANTO COSTA LA CULTURA ALLA SPEZIA
di Alberto Scaramuccia



La cultura alla Spezia è frequente motivo di discussione.
Ad esempio, ieri 13 gennaio un'occasione per dirne l'ha fornita un'interrogazione del consigliere Guerri lamentando che all'ex consulente del Teatro Civico è stato corrisposto un emolumento eccessivo per i più o meno 3 mesi in cui è rimasto in carica: 12249,35 € contro i 15150 previsti quale indennità globale, oltre l'81%. Per di più, rincara Guerri, la delibera è stata assunta il 16 dicembre dall'Istituzione per i Servizi Culturali presieduta proprio dall'ex consulente, subito nominato dal Sindaco a tale carica non appena dimissionato dal precedente incarico dal Tar: vicenda troppo nota per ripeterla qua.

A stretto giro di posta risponde il neo Assessore ai rapporti con l'Istituzione: il lavoro del consulente non è legato ad orari, il cartellone predisposto ha riscosso successo, il consiglio che ha deliberato la liquidazione del compenso ha soltanto formalizzato una decisione già assunta dal dirigente.
Nel quadro della regolarità resta però lo spazio per qualche considerazione.
Innanzitutto non si capisce perché, se il compenso stabilito era per la stesura del cartellone, non sia stato saldato integralmente dal momento che l'opera prevista è stata compiuta.
Secondariamente, le asserzione dell'Assessore sul gradimento degli spettacoli proposti, mi sembra  contrastino con quanto pubblicato dalla stampa (Il Secolo XIX, 5 gennaio, pag. 12) in cui s'informa che la cultura spezzina è costata 2 milioni di euro di cui quasi 720mila per il Civico. Ora, può essere che quella cifra si riferisse ad altre gestioni; può anche essere che io abbia inteso male e di ciò me ne scuso; però, la poca chiarezza legittima ogni considerazione.
Poi, nella stessa pagina del Secolo ancora Guerri lamentava eccessivi prelievi dal fondo di riserva: una somma di «486.581,41 euro prevalentemente destinati all'Istituzione per i Servizi Culturali per non meglio precisate “spese di gestione” e ai lavori pubblici». Che io sappia, non c'è stata, alcuna precisazione in merito dell'Amministrazione. L'Assessore, così solerte nel rispondere oggi, ieri l'altro era appena stato nominato e certo non avrà fatto in tempo a documentarsi in tempo utile.
In conclusione, resta il fatto che la cultura alla Spezia è un oggetto oscuro a cominciare dal suo nome: che cosa è, a che cosa serve, chi la gestisce. Io avanzavo una soluzione esprimendola sulle colonne del Secolo proprio tre anni fa, il 5 gennaio '11: ripristinare l'Assessorato alla Cultura in modo anche che il cittadino fosse coinvolto nella gestione di questa materia che essendo stata invece demandata ad un'Istituzione, era sottratta al controllo democratico del voto.
Ora, invece, abbiamo solo un Assessore delegato a curare i rapporti con l'Istituzione ai Servizi Culturali del Comune della Spezia. Che la confusione che c'è nel settore dipenda anche da questo?

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