mercoledì 18 dicembre 2013

Il ciclone Renzi e il fallimento di una classe dirigente
di Giorgio Pagano



Emanuele Macaluso, nel suo libro dedicato a Togliatti “Comunisti e riformisti”, ricorda giustamente i meriti del “comunismo riformista”, che ha svolto una grande opera nel consolidamento democratico dell’Italia. Altrettanto giustamente Macaluso spiega la crisi del Pci con la sua incapacità di tirare tutte le conseguenze della scelta riformista e della “democrazia come valore universale”, rompendo radicalmente con l’Urss e collocando il partito nell’alveo del socialismo europeo. L’intima debolezza del “comunismo riformista” risiedeva infatti nel prevedere un percorso democratico in Italia e nel legittimare nel contempo il regime autoritario sovietico come frutto di una rivoluzione che aveva abolito la divisione di classe.

giovedì 12 dicembre 2013

Più democrazia
di Luca Pagano



Un assetto di potere, quello della cosiddetta seconda Repubblica, si sta sgretolando e nessun sistema crolla senza contraccolpi dannosi. I mali atavici dell’Italia riemergono con forza, l’ignavia della politica - quando non è zelante colpevolezza - fornisce i giusti alibi. Torna l’evocazione del popolo, che scende in piazza senza rivendicazioni precise né capacità di dialogo e proposta, indistinto e “buono”, contrapponendosi ai “cattivi” della casta al potere. Peccato che il popolo e la casta si rincorrano in quanto a vizi e corruzioni, in un perfetto gioco di specchi. Torna il parlare alla pancia, al ventre molle del paese, pronto ad inseguire il leader autoritario e decisionista di turno. Tornano le minacce della mafia, la volontà di destabilizzare e cercare referenti in pezzi dello Stato. Ma tornano anche, e soprattutto, gli spettri della povertà, della rassegnazione, della paura.

lunedì 9 dicembre 2013

Primarie PD; un primo breve commento a caldo
di Sandro Bertagna


Forse occorrerà qualche giorno in più per una riflessione sui risultati del Congresso PD attuato con le primarie.
Ma già oggi i numeri parlano chiaro. Esito previsto da tempo,  con numeri che non mi stupiscono ma che speravo un pò diversi.
Io ho votato Cuperlo e lo rifarei oggi senza esitazione pensando al futuro degli italiani. Ma la prima cosa che in politica occorre fare è intendere bene il messaggio politico che esce dall'elettorato del PD. Contradditorio ed epidermico fin che si vuole, ma quel 68% dei voti a sostegno di Renzi esprimono a loro modo una volontà di cambiamento e persino una ribellione al PD che abbiamo conosciuto in questi ultimi anni.
Matteo Renzi ha proposto un'alternativa all'esistente che c'era; Gianni Cuperlo un'altra, più profonda e di segno diverso.