Emanuele Macaluso, nel suo libro
dedicato a Togliatti “Comunisti e riformisti”, ricorda giustamente i meriti del
“comunismo riformista”, che ha svolto una grande opera nel consolidamento
democratico dell’Italia. Altrettanto giustamente Macaluso spiega la crisi del
Pci con la sua incapacità di tirare tutte le conseguenze della scelta
riformista e della “democrazia come valore universale”, rompendo radicalmente
con l’Urss e collocando il partito nell’alveo del socialismo europeo. L’intima
debolezza del “comunismo riformista” risiedeva infatti nel prevedere un
percorso democratico in Italia e nel legittimare nel contempo il regime
autoritario sovietico come frutto di una rivoluzione che aveva abolito la
divisione di classe.
mercoledì 18 dicembre 2013
giovedì 12 dicembre 2013
Più democrazia
di Luca Pagano
Un assetto di potere, quello
della cosiddetta seconda Repubblica, si sta sgretolando e nessun sistema
crolla senza contraccolpi dannosi. I mali atavici dell’Italia riemergono con
forza, l’ignavia della politica - quando non è zelante colpevolezza - fornisce
i giusti alibi. Torna l’evocazione del popolo, che scende in piazza senza
rivendicazioni precise né capacità di dialogo e proposta, indistinto e “buono”,
contrapponendosi ai “cattivi” della casta al potere. Peccato che il popolo e la
casta si rincorrano in quanto a vizi e corruzioni, in un perfetto gioco di
specchi. Torna il parlare alla pancia, al ventre molle del paese, pronto ad
inseguire il leader autoritario e decisionista di turno. Tornano le minacce
della mafia, la volontà di destabilizzare e cercare referenti in pezzi dello
Stato. Ma tornano anche, e soprattutto, gli spettri della povertà, della
rassegnazione, della paura.
lunedì 9 dicembre 2013
Primarie PD; un primo breve commento a caldo
di Sandro Bertagna
Forse occorrerà qualche giorno in più per una riflessione sui risultati del Congresso PD attuato con le primarie.
Ma già oggi i numeri parlano chiaro. Esito
previsto da tempo, con numeri che non mi
stupiscono ma che speravo un pò diversi.
Io ho votato Cuperlo e lo rifarei oggi senza
esitazione pensando al futuro degli italiani. Ma la prima cosa che in politica
occorre fare è intendere bene il messaggio politico che esce dall'elettorato
del PD. Contradditorio ed epidermico fin che si vuole, ma quel 68% dei voti a
sostegno di Renzi esprimono a loro modo una volontà di cambiamento e persino
una ribellione al PD che abbiamo conosciuto in questi ultimi anni.
Matteo Renzi ha proposto un'alternativa
all'esistente che c'era; Gianni Cuperlo un'altra, più profonda e di segno
diverso.
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